È stata una parabola discendente con moto progressivo accelerato l’esperienza fondatrice di Marie-Dominique Philippe.
Mentre il ramo maschile della Comunità S. Jean ha presto riconosciuto gli scivoloni del suo fondatore e ne ha preso le distanze chiedendo perdono alle vittime, per le suore non è stato e non è così semplice.
La sudditanza e l’ignoranza colpevole di un significativo numero di ex religiose, le ha viste creare una comunità autocefala separata dal ramo femminile ufficiale.
Dopo aver chiesto la dispensa dai voti e accanendosi egualmente a portare un abito da suore, le scissioniste sono approdate a Bergara, una piccola città dei Paesi Baschi, in un convento abbandonato dalle Clarisse.
Il caso non è affatto esclusivo all’interno della storia recente della Chiesa e segue una fenomenologia molto simile anche in altre regioni del mondo.
Le fuoriuscite si sono ribattezzate “ Hermanas de Maria Stella Matutina” (Casa delle Suore di Maria Stella del Mattino).
Mentre la comunità Saint-Jean ha appena pubblicato un nuovo rapporto il 26 giugno 2023 nella speranza di voltare pagina, l’eredità di P. Philippe rimane pesante e per molte donne ex religiose, difficilmente sanabile.
Sorprende come delle suore dissidenti, che si rifanno a un fondatore abusatore seriale abbiano il coraggio di ispirarsi a lui e pretendere di aprire case nel mondo e reclutare giovani donne.
Le “suore” di Stella Mattutina, dopo la morte del fondatore nel 2006 sono diventate maestre sul come eludere le sanzioni della Curia romana.
Secondo l’adagio latino “talis Patris, talis filia”, fanno ciò che il fondatore faceva.
Giocare a fare i canonisti dei canonisti, mettere i vescovi contro i vescovi, i cardinali contro i cardinali.
Mettere in discussione l’autorevolezza del Papa ….
La storia rocambolesca della loro fuga e della loro rifondazione racconta l’incapacità delle più alte autorità cattoliche di rimettere sui binari una comunità dissidente segnata dalla violenza sessuale.
Alix Parmentier
La comunità di origine delle “Stella Mattutina” – le sorelle contemplative di Saint-Jean – è stata fondata nel 1982 da un’ex carmelitana che fu senza dubbio una delle persone più vicine a Marie-Dominique Philippe: Alix Parmentier (1933-2016).
Già negli anni ’50, “il padre” avrebbe iniziato a fare sesso con questa giovane studentessa, secondo tre testimonianze concordanti pubblicate nel rapporto di Saint-Jean.
Divenuta la sua segretaria, la suora avrebbe anche incoraggiato altre donne a condividere l’intimità del suo mentore, per la teoria della “santificazione della carne”.
Venticinque donne oggi accusano Marie-Dominique Philippe di abusi sessuali camuffati da “esperienze di alto misticismo”.
Fragile psicologicamente, sempre più gelosa e affetta da disturbi alimentari, secondo diverse testimonianze, Alix Parmentier iniziò anche già negli anni ’70 ad avviare sessualmente giovani uomini, spesso aspiranti al sacerdozio o alla vita religiosa.
Ci sono lettere inequivocabili della ex religiosa che insieme alla testimonianza delle sue “vittime” la mostrano come una ninfomane di fatto che giustifica i suoi eccessi in nome di una “spiritualità della carne”.
Le scissioniste
Nel 2009, il cardinale Philippine Barbarin cercò di mettere ordine nella congregazione, essendo canonicamente riconosciuta solo a livello diocesano.
Il prelato era ancora ignaro degli abusi sessuali ma era preoccupato per la forte dipendenza psicologica verso il “dio- fondatore”.
Una suora tentò all’epoca addirittura di immolarsi dandosi alle fiamme in auto.
Regnavano le bugie delle superiore nelle comunità delle suore.
Il tentativo di riformare la comunità incontrò una forte resistenza nella casa madre delle suore, situata a Saint-Jodard (Loira).
Lì, le luogotenenti di “madre” Alix Parmentier si opposero all’arrivo della nuova priora generale nominata dal cardinale, suor Johanna Vorstman.
La fronda era guidata soprattutto da suor Marthe Hubac, una delle donne più potenti della comunità.
“Siamo perseguitate… è un segno di santità”, spiegava alle suore in una riunione de 19 giugno 2009.
Erano passati ormai alcuni anni da quando Marthe Hubac tendeva a sostituire un’Alix Parmentier invecchiata, di cui era l’assistente.
A Saint-Jodard, questa donna originaria del 7° arrondissement di Parigi, concentrò anche i poteri di Maestra delle novizie, prefetta degli studi e “direttrice spirituale” di moltissime sorelle.
Le suore amavano ripetere: “questa è la nostra vita, siamo libere, coscienti di quello che stiamo facendo…
un demonio sta attaccando la comunità. È buon segno. Gli diamo fastidio…”
Le suore entrarono in paranoia.
Facevano processioni lasciando candele davanti la foto del fondatore che ritenevano già un santo.
Chiamavano anche sacerdoti per esorcismi intenti a spruzzare acqua benedetta nei locali della casa.
Fra questi si ricorda P. Benedetto Emanuele Peltereau-Villeneuve ridotto allo stato laicale nel dicembre 2022 da Roma per abusi perpetrati.
Dal 2009, l’ex sacerdote avrebbe frequentato regolarmente diversi priorati delle suore di Stella Matutina a Bergara (Spagna), in Italia, negli Stati Uniti…
In particolare, avrebbe celebrato, confessato e avrebbe parlato con molte sorelle in privato, secondo quattro fonti.
“Era uno dei nostri cappellani”, racconta un’ex suora di Maria Stella Matutina, cosa che P. Benedetto Emanuele Peltereau-Villeneuve contesta.
La setta di fatto
Nel giugno 2009, quando la nuova responsabile nominata dal cardinal Barbarin riuscì finalmente ad entrare a Saint-Jodard, fu interpretato dalle suore come un brutto segno.
Una cinquantina di giovani suore, sotto il controllo di Suor Marthe, vennero chiamate a non rivolgerle la parola, a “fare il muro di gomma”.
“Eravamo giovani, di 18 o 19 anni, spesso intelligenti e belle, dichiara un’ex novizia.
Ripensandoci bene, suor Marthe reclutava un po’ le vestali del padre fondatore…”
Gli sforzi del nuovo governo per liberare queste giovani suore dal laccio di Marthe Hubac fecero aumentare le tensioni.
Il 19 agosto 2009, l’annuncio della nomina di una nuova Maestra delle novizie in sostituzione di Marthe fece esplodere la comunità.
Un’ex novizia
L’annuncio della nuova Maestra venne ricevuto nel pianto e nelle grida imdi un tardo pomeriggio.
All’uscita dalla sala del capitolo, le suore sono solo una ventina ad unirsi alla cappella per pregare.
Le altre, una sessantina, escono dal priorato.
Le auto le aspettano, guidate dai parenti.
Recuperano frettolosamente gli effetti personali già sistemati il giorno prima in buste della spazzatura e discretamente nascosti in casse e contenitori.
Nella cappella, le suore rimaste in preghiera sentono i veicoli allontanarsi dal priorato.
Questa è la grande dispersione.
“O con me o con nessuno è il leit-motiv delle continuatrici del fondatore”.
In Vaticano il caso preoccupa.
Il 10 novembre 2009, le suore sono poste sotto la tutela di un “commissario”, il vescovo emerito Jean Bonfils, 79 anni.
Roma proibisce ad Alix Parmentier, a Marthe Hubac e a sua sorella gemella Isabelle Hubac, qualsiasi contatto con le suore.
Le suore sconfessate vengono trasferite in conventi lontani. Ma dal monastero di Bet Shemesh, in Israele, Suor Marthe continua a organizzare la resistenza.
Il Vaticano sommerso dai ricorsi
Presto, la suora lancia la sua controffensiva: poiché non la vogliono più a Saint-Jean, Marthe Hubac decide di fare ufficialmente la scissione.
Il 27 dicembre 2009, monsignor Bonfils fu improvvisamente bombardato da decine di lettere di suore dei principali conventi in Europa, Stati Uniti, Brasile, Messico, India, Filippine, Africa…
Due terzi della comunità chiedono di lasciare Saint-Jean.
La Santa Sede interviene in extremis per impedire loro di fondare una nuova congregazione in Messico, dove il vescovo domenicano di Saltillo, monsignor Raul Vera Lopez, ha accettato di accoglierle.
Le dissidenti continuano a lavorare nell’ombra, annegando la Santa Sede di ricorsi.
Approfittano dell’esperienza di Suor Isabelle Hubac, ex magistrata, e dell’aiuto attivo di sacerdoti ammanigliati a Roma, come il domenicano Éric de Clermont-Tonnerre, ex presidente della Conferenza dei superiori maggiori di Francia.
Tante manovre, per nulla spirituali, solo per mantenere una corte di meno di cento donne completamente plagiate e spersonalizzate.
Un raggruppamento di persone disturbate che fondamentalmente si ritengono perseguitate dalla Chiesa, portatrici di una vera dottrina salvifica e di una altissima spiritualità.
La storia insomma si ripete sempre due volte: la prima come tragedia e la seconda come farsa.
Cronistoria
1912. Nascita di Marie-Dominique Philippe.
1957. Questo professore di filosofia viene condannato da Roma per aver protetto suo fratello abusatore, Thomas Philippe (1905-1993).
1975. Fondò la comunità dei fratelli di San Giovanni (S. Jean) a Friburgo (Svizzera), dove insegnò.
1982. Fondazione delle Suore Contemplative di San Giovanni.
1994. La comunità è eretta in istituto di diritto diocesano (Lione).
2006. Morte di Marie-Dominique Philippe.
2009. Implosione della comunità delle contemplative.
2013. Riconoscimento ufficiale degki abusi sessuali commessi da P. Marie-Dominique Philippe.
2014. Riconoscimento ufficiale della nuova comunità delle suore di Maria Stella Mattutina.
Non credo che questa triste storia meritasse tanto spazio ne’ rilievo !
Uno scandalo più noto in Francia che in Italia. Lì la mentalità è diversa che da noi. Fanno molto coming out. Noi abbiamo più pudore. Communauté St. Jean, Legionari di Cristo, Comunità missionaria di Villaregia, Francescani dell’Immacolata, l’Arca, Toca de Asis… in ogni parte del mondo la sindrome dei nuovi fondatori. Persone consacrate che soffrono e la Chiesa che ne va di mezzo con un’immagine offuscata. Dove sono i S. Francesco e Domenico, i Don Bosco o il nostro S. Benedetto? Quelli sì che erano santi fondatori e non impostori.
La Chiesa deve vigilare su queste nuove fondazioni e questi gruppi. Già c’è tutto per chi vuole seguire il Signore.