Nell’omelia della prima Messa da Papa, celebrata nella Cappella Sistina, Leone XIV ha offerto alla Chiesa e al mondo una parola sobria e solenne, con un saluto ai cardinali prima in inglese – come segno di un’attenzione universale – e poi proclamata in italiano, come a dire che il nuovo Pontefice sa coniugare la cattolicità con la concretezza pastorale.
Di fronte ai cardinali che lo hanno eletto, ma anche idealmente davanti all’intera Chiesa, Leone XIV ha parlato con il tono di chi sente sulle spalle il peso dell’eredità petrina e, allo stesso tempo, con il cuore del pastore che non vuole perdere nessuno. Il suo riferimento centrale al Vangelo di Matteo – la professione di fede di Pietro – è sembrato quasi un’eco della scelta del conclave: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16) non è solo una frase liturgica, ma un criterio di missione.
Il nuovo Papa ha mostrato di avere coscienza della frattura spirituale che attraversa il nostro tempo. Ha richiamato le due “risposte” del mondo alla domanda su Gesù: quella dell’indifferenza e quella della stima senza fede. In entrambi i casi, ha osservato, si tratta di una rimozione del cuore cristiano del Vangelo, una tentazione che – ha detto con coraggio – talvolta affiora anche dentro la Chiesa. Il rischio di un “ateismo di fatto”, che svuota la fede della sua potenza, non è solo esterno.
Nell’omelia di Leone XIV si coglie già la linea di un pontificato che vuole parlare con franchezza, ma senza polemiche, riconoscendo le sfide e chiamando tutti alla responsabilità. «Sparire perché rimanga Cristo», ha detto il nuovo Vescovo di Roma, citando Ignazio di Antiochia. È un’immagine forte, forse anche una dichiarazione di metodo: il Papa che non vuole essere protagonista, ma discepolo, perché «Cristo sia conosciuto e glorificato».
La sua invocazione finale alla Madonna, “tenerissima Madre della Chiesa”, pronunciata nella stessa mattina della Supplica a Pompei, ha suggellato il tono filiale e spirituale di un pontificato che si preannuncia umile, fedele e missionario.
Con Leone XIV la Chiesa inizia un nuovo capitolo. Ma il Vangelo resta lo stesso: buona notizia per ogni popolo, speranza per ogni uomo.