Con l’elezione di Papa Leone XIV, la Chiesa ha ricevuto un pastore che viene “dal popolo e per il popolo”: un uomo di Vangelo, cresciuto tra i poveri del Perù, amato dai fedeli e rispettato dalle istituzioni. Eppure, non appena è apparso il suo nome tra i papabili, è scattato il solito copione già visto contro Papa Francesco: una campagna mediatica orchestrata da portali sedicenti cattolici, alimentata da interessi politici e da un’ideologia reazionaria che nulla ha a che vedere con la fede.
Le testate coinvolte sono le stesse di sempre: LifeSiteNews, InfoVaticana, La Nuova Bussola Quotidiana. Nessun approfondimento, nessuna verifica, nessuna carità intellettuale. Solo sospetti, insinuazioni e accuse già archiviate. Come nel caso degli attacchi a Prevost per vicende giudiziarie in Perù, già smontate dalla magistratura locale, da inchieste giornalistiche indipendenti e dalla stessa Santa Sede. Si tratta di un copione già visto: cercare di screditare il Papa associandolo al silenzio sugli abusi, mentre proprio lui — da vescovo — fu tra i primi a intervenire contro l’ambiente malsano del Sodalitium Christianae Vitae, da cui fu attaccato proprio per questo.
Ma ciò che scandalizza maggiormente non è solo la disinformazione. È l’uso strumentale della dottrina come clava politica. Dietro le crociate mediatiche di questi gruppi si nasconde una precisa agenda ideologica, finanziata per anni da fondazioni legate al trumpismo statunitense e, in parte, anche da ambienti vicini alla Russia putiniana: una geopolitica dell’altare, travestita da difesa della verità. Una Chiesa ridotta a bandiera dell’Occidente bianco, neoliberale, impaurito e aggressivo. Altro che cattolica.
In questa visione, tutto ciò che odora di Vangelo — accoglienza, fraternità, giustizia sociale, ecologia integrale — viene bollato come “eresia modernista”. Il vero scandalo per questi ambienti non è Prevost, ma l’idea stessa di una Chiesa che parli ai poveri, che ascolti i popoli del Sud globale, che si lasci ferire dalle piaghe del mondo. Ed è proprio questo che Leone XIV incarna, con umiltà e determinazione: una Chiesa in uscita, non arroccata.
La delegazione peruviana, seconda solo a quella italiana alla Messa d’inizio pontificato, ha detto più di mille articoli: il popolo riconosce chi ha camminato con lui. E il popolo di Dio, quello vero, fatto di famiglie, di laici e religiosi che vivono il Vangelo nelle periferie, non si lascia ingannare da chi agita lo spauracchio della decadenza per difendere un potere che nulla ha di evangelico.
In questo nuovo tempo aperto da Leone XIV, sarà difficile che esperienze segnate da abusi di potere e forme settarie trovino cittadinanza: i Figari, i Maciel, i Philippe, i Manelli non avranno più terreno per radicarsi. Non per vendetta, ma per giustizia e verità. È finito il tempo in cui si potevano usare le vesti religiose per proteggere le logiche del dominio, mascherandole da spiritualità.
A chi oggi attacca il Papa, rispondiamo con parole semplici: la Chiesa non è vostra. La Chiesa è di Cristo. E Cristo, ci ha insegnato Francesco, non ha bisogno di soldati, ma di fratelli e sorelle che spezzano il pane.
Chi tenta oggi di delegittimare Leone XIV, come ieri ha tentato con Francesco, si troverà di fronte a un popolo che ha imparato a riconoscere la voce del Pastore. E a distinguere il pastore dal mercenario.
Non prevalebunt.
Ho un buon ricordo di Cascioli. Mi chiedo come sia potuto scadere così con la nuova bussola quotidiana. Hanno perso la direzione del polo magnetico terrestre e spirituale.
Ancora sto’ Manelli di mezzo? Capisco la buona compagnia, ma una cifra, dopo lo zero, sempre zero rimane…
Tra le testate teocon, ultraconservatrici e criptolefebvriane avete dimenticato IL TIMONE e il sito BASTABUGIE. Non hanno azzeccato Prevost nemmeno itra gli ousider del loro totopapa.
Sembra che sia stato l’allora card. Prevost a spingere per la soppressione del Sodalicio di Figari in Perù. Simili esperienze, segnate anche da abusi spirituali, non avranno speranze di sopravvivenza nel suo pontificato.
Ritengo che sia finita per i gruppetti pseudo-religiosi, maschili e femminili che siano, con il santone a trazione. Il Prefetto Brambilla farà il resto.