GAZA: Un ragazzo di soli 10 anni è diventato il simbolo tangibile della fame che affligge la Striscia di Gaza. Le immagini struggenti di Yazan Kafarneh, un vero e proprio scheletro, hanno rapidamente circolato sui social media, fornendo un impatto visivo della tragica situazione alimentare dell’enclave. La sua figura dimagrita, la pelle tesa sulle ossa e il viso segnato dalla malnutrizione sono diventati un monito eloquente della sofferenza che affrontano molte famiglie a Gaza.

Nelle fotografie, il giovane Yazan appare con uno sguardo sbiadito e una mano fasciata, simbolo della sua lotta contro la paralisi cerebrale. Nonostante avesse solo 10 anni, sembrava più piccolo e più vecchio contemporaneamente, segno inequivocabile delle difficoltà che ha dovuto affrontare durante i suoi ultimi giorni.

Yazan è purtroppo deceduto lunedì scorso, ma il suo volto è rimasto impresso come emblema della crisi alimentare che affligge la popolazione di Gaza. Le agenzie umanitarie hanno lanciato l’allarme, avvertendo che le morti legate alla malnutrizione stanno aumentando inesorabilmente tra i due milioni di abitanti della regione.

Secondo i funzionari sanitari di Gaza, almeno 20 bambini, tra cui Yazan, sono morti a causa della fame e della disidratazione. La mancanza di cibo, unita alle difficoltà di accesso ai medicinali essenziali, ha aggravato ulteriormente la situazione. È un destino crudele per bambini così giovani, che dovrebbero invece vivere una vita spensierata.

La famiglia di Yazan ha lottato disperatamente per prendersi cura di lui, ma le circostanze estreme hanno reso impossibile garantire il suo benessere. Fuggendo dalla violenza e cercando rifugio in luoghi più sicuri, hanno sperato di proteggere il loro figlio malato, ma le difficoltà hanno continuato a moltiplicarsi.

La mancanza di assistenza umanitaria adeguata ha reso la situazione ancora più disperata. Anche le famiglie che cercano aiuto negli ospedali si trovano ad affrontare enormi difficoltà, con le risorse mediche scarse e i servizi di base compromessi.

Mentre il mondo osserva impotente la tragedia che si sta consumando a Gaza, sono sempre più numerosi coloro che chiedono un intervento urgente per porre fine a questa crisi umanitaria senza precedenti. È necessario che la comunità internazionale agisca con decisione per fornire assistenza e sostenere le famiglie colpite da questa devastante carestia.

In una recente intervista alla radiotelevisione svizzera Papa Francesco ha rivelato di sentirsi telefonicamente ogni pomeriggio con il parroco di Gaza. Nel compound sono bloccate circa seicento persone che con le loro testimonianze raccapriccianti mostrano il vero volto di quella carneficina che ha messo Israele sul banco degli imputati alla Corte dell’AIA per genocidio.