Il 25 aprile rappresenta per l’Italia una data fondamentale: la Liberazione dal nazifascismo, la rinascita della democrazia e l’avvio di un percorso costituzionale che ha ridato dignità e libertà al nostro Paese. È un giorno di festa civile, ma anche di profonda riflessione per la comunità cristiana, chiamata a confrontarsi con le luci e le ombre di quel periodo storico.

Accanto agli atti eroici dei partigiani che hanno combattuto per la libertà, ci sono state anche pagine dolorose, come l’uccisione di sacerdoti e seminaristi innocenti. Tra questi, il beato Rolando Rivi, seminarista di 14 anni, rapito e ucciso nel 1945 da partigiani comunisti per la sola “colpa” di indossare l’abito talare.  

Questi episodi non devono essere dimenticati, ma integrati in una memoria condivisa che riconosca la complessità della storia. La Chiesa, attraverso figure come Giuseppe Dossetti, ha contribuito in modo determinante alla costruzione della Repubblica, portando valori di giustizia, solidarietà e rispetto della persona umana.

Dossetti, sacerdote e padre costituente, ha incarnato l’impegno dei cattolici nella Resistenza e nella redazione della Costituzione, promuovendo un’idea di Stato che mette al centro la dignità della persona. Il suo esempio ci invita a superare le divisioni ideologiche e a lavorare per una società più giusta e fraterna.

Celebrare il 25 aprile significa, quindi, onorare la memoria di tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la libertà, riconoscendo le ferite del passato e impegnandoci per la riconciliazione e la pace. È un invito a costruire un futuro in cui la verità e la giustizia camminino insieme, guidati dalla luce del Vangelo.