Il Papa ci ha lasciati dopo la sua predica definitiva sulla pace, il disarmo, contro ogni guerra e i muri, per la decolonizzazione e la battaglia delle idee con una nuova spiritualità, vicino alla gente comune del popolo degli scarti.

TESTIMONIANZA: Un lutto per tutta l’umanità che perde, per la fine della sua vita fisica, un padre, un grande rivoluzionario; e io mi permetto di dire che ho perso un vero amico con cui molto spesso mi sono confidato e mi ha dato sempre grandi consigli, conforto e speranza. 

Gli studenti mi hanno fatto ovviamente delle domande, anche perché nelle nostre lezioni di politiche economica e di economia dello sviluppo faccio molto spesso riferimento alla dottrina sociale di Papa Francesco, su quei grandi temi che hanno caratterizzato dal punto di vista politico e sociale, oltre che religioso, per i credenti, il suo Pontificato. A partire, per esempio, da quello che noi chiamiamo e analizziamo come conflitto capitale-ambiente e presente nella radicalità dell’ecologia integrale della sua enciclica “Laudato si“ e nella sua esortazione “Laudate Deum” a difesa della natura contro lo sfruttamento e lo scempio da parte delle multinazionali; o le grandi tematiche politico-economiche e sociali della “Fratelli tutti“ in cui si toccano e si approfondiscono i grandi temi oggi presenti all’orizzonte della stessa sopravvivenza dell’umanità, come la battaglia per il totale disarmo, quella del no deciso a ogni forma di guerra; e poi le grandi tematiche relative all’azzeramento del controllo e dominio economico da parte delle grandi multinazionali o da parte del nord nei confronti del sud globale attraverso le politiche di strozzinaggio del debito estero di cui si chiede l’immediato azzeramento; o ancora il grave danno arrecato con le sanzioni economiche, con i blocchi economici, con i dazi commerciali; per non trascurare poi la centralità del grande tema di quello che noi chiamiamo conflitto capitale lavoro, e che quindi si ritrova nella volontà di intervento politico di Papa Francesco dei grandi temi della battaglia contro la disoccupazione, contro la precarietà, contro le politiche del tutto razziste nei confronti della limitazione del movimento dei lavoratori, e quindi le proposte della libertà assoluta di movimento dei lavoratori migranti alla ricerca di un lavoro e di soddisfare i bisogni primari personali e delle proprie famiglie. 

La vera opposizione sociale e dei movimenti e organizzazioni della reale democrazia di base antifascista è pienamente in accordo con i popoli che si autodeterminano nell’antimperialismo e anticapitalismo, per la inscindibilità e attualità dei valori costituzionali della resistenza e della pace. Come pure con l’alto insegnamento del Papa che è per i credenti di forte impostazione religiosa ma per tutti gli sfruttati, gli umili e gli attivisti per le transizioni della decolonizzazione, rappresenta un vero rifermento di impostazione di vita per una nuova umanità, con una visione dell’alternativa possibile perché praticabile, a favore degli scarti per il riscatto nei cambiamenti voluti anche dalla dottrina politico-sociale di Francesco, come suo insegnamento primario.

Dopo la lezione con gli studenti fatta nel ricordo della degli insegnamenti di Papa Francesco e del dialogo fra una mia cultura e modalità di fare didattica improntata sul confronto aperto, ma anche di chiaro riferimento in molte tematiche comuni della dottrina politico sociale di Francesco, come dicevo precedentemente durante le lezioni e presenti nei libri di testo scritti da me, da Rita Martufi, da Mirella Madafferi e da tutta la nostra scuola, come ad esempio l’ultimo testo che adottiamo Nous, ho pensato che fosse importante andare a dare un saluto a Francesco alla Basilica di San Pietro.

Pertanto insieme al carissimo cardinale Francesco Coccopalmeiro, mi sono recato a salutare Papa Francesco, un sorriso e una meditazione davanti al fratello, all’amico, al maestro che ha saputo dare molte indicazioni anche nei tanti incontri che abbiamo avuto; ricordo tutta la campagna che abbiamo svolto in parte insieme per la liberazione dei cinque eroi cubani, con vari incontri in cui ho potuto trasmettere al Papa delle lettere e dei punti di vista per far sì che la liberazione dei cinque eroi cubani potesse essere facilitata da un suo intervento; ricordo le varie chiacchierate sul Venezuela bolivariano e le visite a lui fatte insieme a padre Numa; ricordo che ci ha sempre accolto a braccia aperte quando ho portato da lui lavoratori e compagni del sindacato USB che erano anche sotto accusa addirittura per associazione sovversiva solo perché portavano avanti le lotte nei porti contro l’imbarco delle armi e quindi facendo un blocco totale del lavoro, per non favorire alcuna industria e traffico di armi e Papa Francesco li ha accolti con un abbraccio, col sorriso e dicendogli di continuare nella loro lotta.

Ricordo anche l’incontro con vari lavoratori di aziende in crisi in Italia che hanno trovato con lui un incoraggiamento o anche l’incontro con gli studenti di OSA e di Cambiare Rotta che portavano avanti lo sciopero della fame contro la guerra e contro le politiche guerrafondaie portate avanti anche nelle università e lottando contro la ricerca a fini bellici e l’appoggio alle industrie degli armamenti da parte delle università ed erano presi di mira da alcuni settori delle istituzioni universitarie e anche ovviamente dalle forze dell’ordine, e il Papa ha detto loro “continuate, avanti continuate con gioia e continuate a lottare con la speranza e con il sorriso”.

E c’è anche un video, che conservo gelosamente, e che ho fatto vedere agli studenti in aula. Non nascondo una certa emozione nel vederlo nella basilica di San Pietro, perché mi va immediatamente la mente al fatto che solo pochi settimane fa ci siamo incontrati con l’amico Salvatore Izzo, direttore di FarodiRoma e docente di Sociologia alla Sapienza, e ci siamo abbracciati, abbiamo ragionato e come sempre abbiamo sorriso insieme e ricordo questa bella battuta, ’ultima forse che ho ricevuto direttamente; chiedendogli la firma per un libro mi ha detto Luciano, mio caro professore per te firmo qualsiasi cosa, ma non mi fare firmare gli assegni; sempre pronto alla battuta e a smorzare i toni a volte anche drammatici dei contenuti che affrontavamo con l’ironia e con l’autoironia. 

Papa Francesco ha scelto il giorno di Pasqua per la sua predica definitiva sulla pace, il disarmo, contro ogni guerra e la Resurrezione spirituale e delle menti, vicino alle gente comune del popolo degli scarti. 

Durante le nostre lezioni, affrontiamo da un punto di vista delle possibilità di transizione antimperialista e decolonizzatrice  e non manca certo anche un forte riferimento all’impostazione della Dottrina Sociale di Papa Francesco tutti questi grandi temi che si muovono in quella che è la critica molto dura al neoliberismo, alle forme senza controllo di mercato e le cosiddette libertà economiche che poi sono dominio e concezione dell’individualismo e sfruttamento del capitalismo, accompagnati con i grandi temi contro il colonialismo, contro l’imperialismo e per i processi non solo di Anti colonialismo ma di piena decolonizzazione anche dal punto di vista culturale”. 

Ciao Papa Francesco e speriamo che i tuoi insegnamenti possano continuare nelle persone che vogliono lottare per il cambiamento, per la trasformazione per un mondo migliore, e per chi, credente, coniuga la sua visione religiosa con un’opera di cambiamento continuo, e per noi atei, per i tanti atei come me che lo apprezzano, e vogliono continuare a rispettare anche quegli uomini di religione che sanno affrontare le vicende della politica e del sociale, poiché la religione è fede per chi è credente, ma per noi quello che contano sono i fatti e le esortazioni e le analisi concrete per un cambiamento in un mondo migliore. Grazie, Francesco per la tua pratica concreta di pace.

Liberazione e pace – commenta Vasapollo – sono coniugati nella Resistenza come centralità della filosofia portante della nostra Costituzione .E se vogliamo davvero la pace dobbiamo capirne sempre quei valori dell’antifascismo e renderli pratica politica e viverli! Sono quelli i valori che hanno portato alla nostra costituzione antifascista , e contro la guerra , base del nostro Vivere insieme e hanno messo le premesse per un paese che deve essere di democrazia popolare e non di falsa democrazia rappresentativa e cioè in mano ai centri di potere della comunicazione deviante. Per questo sono certamente interconnessi la Festa della Liberazione dal nazifascismo, un momento alto e profondo della vita civile, e l’insegnamento di Papa Francesco sempre incentrato nella profonda amicizia dei popoli e della fratellanza.

Se ne è andato un amico, un fratello ma anche un grande maestro, una guida religiosa per i credenti, e un uomo coerente di coraggio ed indicazione spirituale e di speranza fattuale e attiva del cambiamento; cioè quando il Papa si è espresso con forza sempre a favore degli scarti, degli ultimi ha voluto sempre dire che un altro mondo è possibile perché è necessario e che bisogna muoversi immediatamente per costruire la trasformazione e la transizione per una nuova futura più equa e giusta umanità.