Lo specchio impietoso di un Paese che non vuole guardarsi

Da Mussolini a Craxi, da Berlusconi a Meloni, passando per Giambruno, Sangiuliano, Vladimir Luxuria e Vendola, la politica italiana si rivela da sempre un palcoscenico dove la distanza tra parole pubbliche e comportamenti privati produce scandali, ambiguità, e soprattutto ipocrisia. Ma il vero nodo non sono i peccati in sé, quanto il modo in cui il Paese li giudica — a convenienza.

Mussolini: il patriarca con doppia vita

Benito Mussolini, teorico del rigore e della famiglia fascista, sposò segretamente Ida Dalser nel 1914 e ne ebbe un figlio, Benito Albino. Ma quando iniziò l’ascesa politica, fece sparire l’atto di matrimonio, si risposò con Rachele Guidi, fece internare Ida in manicomio, e non riconobbe mai legalmente il figlio, anch’egli internato e morto nel silenzio.

Intanto accumulava amanti: Claretta Petacci fu la più famosa, ma secondo le testimonianze degli archivisti fascisti, le relazioni occasionali erano numerosissime, anche con donne giovanissime impiegate negli uffici del regime. Tutto fu occultato. Il Duce predicava moralità, ma viveva da libertino protetto dalla censura.

Craxi: lusso, potere e attrazione per le dive

Bettino Craxi, simbolo del potere socialista degli anni ’80, visse per anni all’hotel Raphael tra bustarelle e benefit, mentre intratteneva relazioni con donne del mondo dello spettacolo. Alla moglie Anna affiancò Ania Pieroni, attrice e conduttrice Rai, e si parlò anche di Moana Pozzi, che alludeva pubblicamente a incontri con uomini di Stato.

Craxi incarnava l’arroganza del potere che non chiede scusa, e cadde non per i costumi personali, ma perché finì il tempo dell’omertà partitica.

Berlusconi: dal drive-in al bunga bunga

Silvio Berlusconi ha cambiato non solo la politica, ma i costumi degli italiani. Con le sue tv commerciali, rese popolari da Drive In e le veline, propose un modello di donna oggetto e di successo legato al corpo e all’intrattenimento.

Nel privato, fu protagonista del “bunga bunga”, feste hard nella villa di Arcore con Olgettine pagate e mantenute in appartamenti a Milano 2. Le minorenni Noemi Letizia e Ruby Rubacuori, la consigliera Nicole Minetti, l’escort Patrizia D’Addario, e la compagna ufficiale Francesca Pascale componevano un vero sistema parallelo di consenso personale.

A questo si legò l’amicizia con Vladimir Putin, rinsaldata con escort offerte nei soggiorni italiani e contratti di metano firmati in condizioni favorevoli, più utili all’entourage che al Paese.

L’Italia ne uscì ridicolizzata sulla stampa internazionale, ma il Cavaliere fu comunque rieletto, confermando che l’elettorato italiano non punisce chi lo rappresenta nei suoi stessi desideri repressi.

Andrea Giambruno: il compagno imbarazzante (e scomodo)

Andrea Giambruno, giornalista Mediaset e compagno di Giorgia Meloni, fu protagonista di una serie di fuori onda volgari trasmessi da Striscia la Notizia. Allusioni sessiste, doppi sensi, ammiccamenti e battute inopportune si rivelarono devastanti per l’immagine familiare e sobria della leader di Fratelli d’Italia.

Ma l’aspetto più oscuro emerse dietro le quinte: quei filmati vennero mandati in onda proprio da Mediaset, azienda di proprietà della famiglia Berlusconipochi giorni dopo che la premier aveva annunciato una tassa sugli extraprofitti delle banche — una misura che colpiva direttamente anche Fininvest, holding che controlla Mediaset e ha forti interessi finanziari.

Non fu solo uno scandalo privato: fu una bomba politica fatta esplodere nel momento giusto, forse per “riportare all’ordine” un’alleata che stava mostrando troppa autonomia.

Meloni prese pubblicamente le distanze da Giambruno, annunciando la fine della relazione. Ma il caso resta emblematico: il processo mediatico era guidato da chi aveva tutto l’interesse a colpire. E il Paese, ancora una volta, applaudiva la scena senza farsi troppe domande.

Sangiuliano: il pentimento in diretta

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è finito sotto accusa per aver raccomandato Rosaria Boccia, collaboratrice stretta e – secondo indiscrezioni – sua amante. L’anomalia emerse quando in prima serata su Rai Unopronunciò un monologo di 20 minuti, chiedendo scusa alla moglie e alla famiglia, per “dolori causati” e “errori commessi”.

Un caso unico nella storia repubblicana. Un mea culpa pubblico, forse imposto dalla stessa premier Meloni per ridurre i danni di immagine al governo.

Ma anche qui: non si trattò di reati, ma di incoerenza morale. E l’Italia, da spettatrice, fu più interessata al pathos che alla verità.

Luxuria, Cicciolina, Pannella: libertà o spettacolo?

La sessualità in politica non è solo scandalo: è anche performance.

Negli anni ’80, i Radicali portarono in Parlamento Ilona Staller, in arte Cicciolina, attrice porno e icona libertaria, affiancata da un Marco Pannella che teorizzava amori liberi e vita sessuale pubblicamente discussa.

Oggi il simbolo di un’altra battaglia è Vladimir Luxuria, ex deputata transgender e attivista LGBT, che ha unito la militanza al mondo dello spettacolo. La sua figura divide, ma non può essere ignorata: rappresenta il corpo politico come campo di battaglia culturale.

E nel governo Meloni, che si presenta come custode dei valori tradizionali, non mancano figure omosessuali o con stili di vita lontani dal “modello famiglia”, spesso tollerate ma mai riconosciute. L’ipocrisia, ancora una volta, prevale.

Vendola: tra affetto e provocazione politica

Nichi Vendola, ex presidente della Regione Puglia e figura storica della sinistra arcobaleno, ha scelto di diventare padre tramite gestazione per altri, ricorrendo all’utero in affitto in Canada insieme al compagno. Il gesto, ampiamente pubblicizzato e rivendicato, suscitò ammirazione in parte del Paese e sdegno in ambienti cattolici, conservatori e anche femministi.

Per alcuni fu un atto d’amore, per altri una contraddizione etica di una sinistra che condanna lo sfruttamento commerciale del corpo ma lo accetta per ragioni affettive.

Vendola si è sempre difeso con forza, ma il suo caso ha mostrato che anche la sinistra “etica” sa muoversi su terreni ambigui, e che la genitorialità, oggi, è un tema esplosivo e trasversale.

Giudichiamo i politici per non cambiare noi stessi

Il vero scandalo italiano non sono i peccati dei politici. È l’incoerenza con cui li giudichiamo.

Processiamo Berlusconi ma applaudiamo la sua tv. Condanniamo Giambruno ma ridiamo alle sue battute. Votiamo chi predica la famiglia e poi tacciamo quando vive il contrario.

Forse l’Italia non vuole una classe politica più morale, ma solo una classe politica che non la faccia vergognare davanti agli altri. Finché sarà così, lo scandalo non cambierà nulla, perché non nasce nel palazzo, ma nel costume nazionale.