Nell’intervista concessa a El País, Lavina Ramkissoon – ambasciatrice dell’Unione Africana per l’innovazione digitale – mostra come l’intelligenza artificiale possa diventare una leva di sviluppo autenticamente africana. Agricoltura, sanità, educazione e sostenibilità: l’IA è uno strumento concreto per rispondere a bisogni reali, purché resti saldamente nelle mani dell’essere umano. In un continente giovane e creativo, la tecnologia può fiorire non come imposizione dall’alto, ma come risposta nata dalla necessità.

L’intervista a Lavina Ramkissoon, pubblicata oggi su El País, offre una prospettiva illuminante su come l’intelligenza artificiale (IA) possa fungere da catalizzatore per lo sviluppo sostenibile in Africa. Conosciuta come “AImom”, Ramkissoon è ambasciatrice dell’Unione Africana per l’innovazione digitale e consulente per 27 paesi africani, promuovendo l’uso della tecnologia come leva di progresso sociale ed economico . 

Innovazione guidata dalla necessità

Ramkissoon sottolinea come molte innovazioni africane nascano dalla necessità. Ad esempio, un giovane ugandese ha sviluppato un’app basata sull’IA per aiutare la nonna a migliorare la produttività agricola, fornendo informazioni su colture e condizioni meteorologiche. L’app è stata adottata anche da altri agricoltori locali, dimostrando come soluzioni tecnologiche semplici possano avere un impatto significativo . 

Applicazioni in agricoltura e sanità

L’IA trova applicazioni promettenti in settori chiave come l’agricoltura e la sanità. In Zambia, ad esempio, il sistema sanitario è in fase di digitalizzazione per migliorare l’accesso alle cure e la distribuzione dei farmaci, soprattutto nelle aree rurali. Questi interventi mirano a ottimizzare risorse scarse e a migliorare l’efficienza dei servizi . 

Approccio multidimensionale e infrastrutture

Ramkissoon evidenzia l’importanza di un approccio multidimensionale all’adozione dell’IA, che consideri l’intero ecosistema tecnologico e sociale. Ad esempio, la condivisione in tempo reale dei dati sulle eccedenze e carenze alimentari tra paesi africani potrebbe facilitare la distribuzione efficiente delle risorse. Tuttavia, ciò richiede infrastrutture adeguate e politiche che favoriscano la libera circolazione di beni e persone .

Inclusione digitale e formazione giovanile

L’intervista mette in luce anche la necessità di colmare il divario di genere nel settore tecnologico. Secondo uno studio dell’UNESCO, su 100 uomini africani con competenze in Excel, 40 sono donne. Sebbene ci siano progressi nella rappresentanza politica femminile, è fondamentale estendere queste opportunità al settore scientifico-tecnologico. Ramkissoon propone di investire nella formazione dei giovani, che costituiscono il 70% della popolazione nell’Africa subsahariana, fornendo loro accesso a computer e connessioni internet per stimolare l’innovazione .

Etica e sostenibilità

Infine, Ramkissoon riflette sulle implicazioni etiche dell’IA e sulla necessità di mantenere il controllo umano sulla tecnologia. Sottolinea l’importanza di un equilibrio tra progresso tecnologico e rispetto per la natura, evitando di affidarsi esclusivamente a soluzioni tecnologiche per affrontare sfide come il cambiamento climatico. La consapevolezza e la responsabilità individuale sono essenziali per garantire che l’IA sia utilizzata a beneficio dell’umanità . 

In sintesi, l’intervista a Lavina Ramkissoon evidenzia come l’IA, se implementata con attenzione e inclusività, possa rappresentare una straordinaria opportunità per l’Africa, promuovendo uno sviluppo equo e sostenibile.