Il veleno più potente al mondo non si trova in laboratorio, ma può nascondersi in un vasetto di conserve. Le morti di agosto – da Diamante a Monserrato – ci ricordano che la vita si custodisce anche nelle scelte più semplici, come preparare e condividere un pasto.

Agosto 2025 sarà ricordato come un mese doloroso per l’Italia: il botulismo ha mietuto vittime innocenti, colpendo chi pensava solo di condividere un pasto.

A Diamante, in Calabria, hanno perso la vita Luigi Di Sarno, 52 anni, artista napoletano, e Tamara D’Acunto, 45 anni, dopo aver consumato un panino con broccoli sott’olio e salsiccia. I sintomi sono stati rapidi e drammatici: ricoverati d’urgenza, non hanno avuto scampo.

In Sardegna, il botulino si è accanito su chi partecipava a una festa. Alla Fiesta Latina di Monserrato (Cagliari), a fine luglio, diverse persone hanno consumato pietanze a base di guacamole contaminate. L’8 agosto è morta Roberta Pitzalis, 36 anni; nella notte del 17 agosto è seguita Valeria Sollai, 62 anni, da settimane in rianimazione al Policlinico di Monserrato. Entrambe sono rimaste vittime di un cibo che doveva essere momento di festa, non di tragedia. Sul caso è ora indagato il titolare del chiosco, Christian Gustavo Vincenti, accusato di aver servito prodotti contaminati.

Questi nomi non sono solo notizie di cronaca: sono vite spezzate, famiglie distrutte, comunità ferite. La bioetica cristiana ci invita a leggerli come monito e richiamo a responsabilità. Non basta piangere i morti: occorre imparare da essi.

Che cos’è il botulino e perché è così pericoloso

Il Clostridium botulinum produce una tossina potentissima che prolifera in ambienti anaerobici, poco acidi e privi di ossigeno – condizioni tipiche di conserve sott’olio o preparazioni casalinghe mal conservate. Il pericolo è invisibile: spesso il cibo appare normale, senza odori o sapori alterati. I sintomi – visione doppia, difficoltà respiratorie, paralisi – possono insorgere rapidamente e condurre alla morte.

Segnali di allarme da non ignorare

  • Tappi rigonfi, barattoli che perdono liquido o gas.
  • Aspetti insoliti: colore alterato, muffe, consistenza diversa.
  • Odori anomali o rancidi.
  • Olio torbido o con bollicine sospette.

In presenza di anche uno solo di questi indizi, non si deve assaggiare: la tossina resta letale anche in quantità minime.

Regole semplici per prevenire il pericolo

  1. Sanificare bene vasetti e utensili (bollitura o sterilizzazione ad alta temperatura).
  2. Acidificare con aceto o limone conserve di verdure, sfavorevole al batterio.
  3. Conservare in frigorifero e consumare entro pochi mesi.
  4. Evitare conserve casalinghe a lunga durata se non trattate in pentola a pressione o autoclave.
  5. Non fidarsi dell’aspetto: il botulino può essere invisibile.

Una lezione per la comunità cristiana

Il botulino, invisibile e micidiale, ci richiama alla custodia della vita anche nelle scelte ordinarie. Non è un tema solo sanitario, ma etico e comunitario: custodire il cibo significa custodire le persone che amiamo. “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto” (Lc 16,10).

Prevenire, educare, vigilare non è soltanto prudenza: è esercizio di carità e responsabilità. Perché anche un vasetto di guacamole o di melanzane sott’olio può diventare segno di amore oppure strumento di morte. Dipende da noi.