RECENSIONE: Nel panorama editoriale italiano sul dibattito bioetico riguardante l’aborto, Diritto di nascere. La legge 194: storia e prospettive, pubblicato da Ares nel 2025 a firma di Marina Casini e Chiara Mantovani, si propone come un’opera rigorosa, appassionata e documentata, in grado di coniugare l’analisi giuridica con la riflessione antropologica e la proposta culturale. Le autrici, figure ben note nel mondo del movimento per la vita e della bioetica personalista, offrono un contributo che si inserisce nel cinquantesimo anniversario della legge 194, con l’intento dichiarato non solo di ricostruirne la genesi e le applicazioni, ma anche di aprire prospettive nuove per una rinnovata cultura della vita.

Il libro si distingue per l’accuratezza nella ricostruzione del contesto storico-legislativo italiano degli anni Settanta, mostrando come la legge sull’aborto sia nata in un clima politico e culturale caratterizzato da una crescente secolarizzazione e da un’impostazione ambigua, che ha finito per normalizzare la soppressione del concepito pur dichiarando di volerla prevenire. Le autrici mettono in luce le contraddizioni semantiche e valoriali insite nella 194, che, nel dichiarare di voler tutelare la maternità, non riconosce soggettività giuridica al nascituro. Viene criticato l’uso distorto del linguaggio giuridico – come l’espressione “interruzione volontaria” o “diritto all’aborto” – che ha contribuito, anche in ambito medico e sociale, a radicare una percezione riduttiva e funzionalistica della vita nascente.

Ciò che rende l’opera di Casini e Mantovani particolarmente rilevante è la capacità di proporre una riflessione teoretica fondata su un’antropologia integrale. L’essere umano, in quanto tale, è titolare di diritti inviolabili fin dal concepimento, non in virtù di uno sviluppo biologico progressivo o del riconoscimento sociale, ma per il semplice fatto di essere. In questo senso, il volume sviluppa una critica coerente alla logica dell’utilitarismo e del soggettivismo, proponendo invece un paradigma giuridico e culturale orientato alla relazione e alla responsabilità. Il diritto di nascere, allora, non è rivendicato come privilegio religioso, ma come esigenza razionale di giustizia. La dimensione educativa del libro è chiara: si vuole parlare alle nuove generazioni, a coloro che sono nati dopo l’approvazione della legge 194, perché non si consegnino a una cultura dello scarto ma riscoprano il valore della vita vulnerabile e della solidarietà generativa.

Non si tratta di una denuncia sterile. Il testo è ricco di proposte concrete, che spaziano dall’accompagnamento delle gravidanze difficili, alla promozione della cultura dell’accoglienza, fino a indicazioni per un cambiamento legislativo possibile. Il cuore dell’opera non è reattivo ma generativo: creare cultura, sostenere la maternità, proporre un’alleanza tra diritto e compassione che sappia riumanizzare la società.

Se si vuole indicare un limite, va detto che, per risultare ancora più efficace nel dibattito pubblico, l’opera avrebbe potuto ampliare il proprio respiro dialogico con le istanze etiche del mondo laico. Non tanto per compromesso, quanto per mostrare, su base razionale, i limiti interni di quelle prospettive che, pur proclamando la libertà della donna, finiscono per oscurare la dignità dell’essere umano in gestazione. Una maggiore apertura argomentativa avrebbe reso più evidente come il paradigma personalista, radicato nella tradizione cattolica, sia in grado di parlare anche a chi non condivide esplicitamente una visione religiosa, ma cerca fondamenti condivisibili per una convivenza giusta.

 Diritto di nascere è un’opera che arricchisce in modo significativo il panorama della riflessione bioetica cattolica. La sua forza sta nella capacità di tenere insieme rigore giuridico, profondità antropologica e coraggio profetico, senza mai cedere al tono ideologico. È un testo prezioso per chi opera nella formazione culturale, nella pastorale della vita, nella docenza universitaria e nell’impegno pubblico, ma soprattutto per chi, oggi, vuole ancora dare voce a chi non può parlare: i figli non nati, che attendono giustizia.

Marina Casini – Chiara Mantovani, Diritto di nascere. La legge 194: storia e prospettive, Ares, Milano 2025, pp. 224, ISBN 978-88-8155-999-4, € 17,00.