Il Papa Leone XIV proclamerà san John Henry Newman compatrono della missione educativa della Chiesa insieme a san Tommaso d’Aquino. La decisione, che sarà ufficializzata il 1° novembre durante la Messa conclusiva del Giubileo mondiale dell’educazione, segna un nuovo capitolo nella visione cristiana della scuola: dall’intelligenza al cuore, dal sapere alla vita interiore.
Quando Leone XIII proclamò san Tommaso d’Aquino patrono delle scuole cattoliche, volle indicare nella sintesi tra fede e ragione il fondamento di ogni autentica educazione cristiana. Oggi, a distanza di più di un secolo, Leone XIV aggiunge accanto a lui la figura di san John Henry Newman, quasi a completare — non a correggere — quell’eredità.
È un gesto profondamente simbolico, che parla al nostro tempo: se Tommaso rappresenta l’intelligenza che cerca la verità, Newman incarna il cuore che la riconosce e la ama.
L’educatore del mondo contemporaneo
John Henry Newman, convertito dall’anglicanesimo e fondatore dell’Università cattolica di Dublino, è forse il pensatore che più ha riflettuto sul significato cristiano dell’educazione moderna. La sua opera L’idea di università resta uno dei testi più alti sull’unità del sapere, sull’armonia tra formazione intellettuale e crescita morale.
Per Newman, l’educazione non è mai mera trasmissione di nozioni, ma un cammino verso la verità, che abbraccia l’intera persona. «La conoscenza è un tutto», scriveva, e solo quando è radicata in una visione del mondo che riconosce Dio può davvero educare.
In un’epoca segnata dalla frammentazione del sapere e dall’iper-specializzazione, Newman restituisce all’educazione la sua anima: l’arte di formare uomini e donne liberi, capaci di pensare e di amare, di giudicare e di credere.
Un nuovo umanesimo educativo
Il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha spiegato che l’inserimento di Newman tra i patroni dell’educazione cattolica “si colloca in un momento storico”, in cui l’umanità ha urgente bisogno di un “nuovo patto educativo”.
Questo gesto, ha osservato, è legato anche al 60° anniversario della dichiarazione Gravissimum educationis del Concilio Vaticano II, che definiva la scuola come “comunità educativa”, luogo di crescita integrale e di incontro tra culture.
Se Tommaso d’Aquino continua a offrire il fondamento metafisico e teologico della verità, Newman ne mostra l’incarnazione storica e personale: l’educazione come avventura interiore, come risposta alla voce della coscienza, “quel primo vicario di Cristo nell’anima dell’uomo”, come egli stesso la definiva.
La scuola come spazio di pace e interiorità
L’annuncio del nuovo compatrono accompagna anche una fase di rilancio del “patto educativo globale”, promosso da Papa Francesco nel 2019 e oggi rinnovato da Leone XIV.
Secondo il Dicastero vaticano, questa nuova tappa introdurrà tre linee di impegno: il dialogo con il mondo digitale, l’educazione alla pace e la riscoperta della vita interiore.
Sono tre ambiti in cui Newman appare sorprendentemente attuale. Egli, che vide nascere la società industriale e la secolarizzazione, aveva compreso il rischio di una cultura senza anima e di un sapere senza etica. La sua risposta non fu nostalgica, ma profetica: formare persone capaci di libertà interiore e di discernimento.
“Un uomo educato”, scriveva, “è colui che può ascoltare una ragione anche se viene da un nemico”. In tempi di polarizzazioni e di aggressività culturale, è forse questa la vera lezione che la scuola cattolica è chiamata a raccogliere.
Un ponte ecumenico e culturale
Il profilo di Newman, venerato anche nel mondo anglicano, ha un valore ecumenico. La sua nomina come compatrono dell’educazione non riguarda solo la Chiesa cattolica, ma parla a tutto il mondo cristiano e accademico anglosassone.
La sua figura unisce profondità teologica e sensibilità moderna: un pensatore della libertà di coscienza e insieme un credente obbediente alla verità. Non a caso Leone XIV, incontrando re Carlo III, ha voluto aprire la preghiera comune con un inno tradotto proprio da Newman, segno di un dialogo che parte dalla cultura per giungere alla fede.
Educare tutta la persona
Nel contesto europeo, dove la laicità dello Stato spesso si confronta con la dimensione religiosa dell’educazione, Newman invita a superare ogni riduzione ideologica. Educare, per lui, significa coltivare l’interezza dell’essere umano, non solo la sua mente ma anche la sua coscienza, la sua interiorità, la sua apertura al Mistero.
“Un’educazione senza anima”, ammoniva, “è una semplice addestramento.”
Per questo la scuola cattolica non può rinunciare alla sua missione spirituale: non come imposizione, ma come rispetto per la dignità di ogni persona, chiamata alla verità e alla libertà.
Con san Tommaso e san John Henry Newman, la Chiesa indica oggi due poli complementari della sua missione educativa: la chiarezza del pensiero e la profondità del cuore, la ricerca della verità e la formazione della coscienza.
La scuola cattolica del futuro — quella che Leone XIV vuole rilanciare — non sarà soltanto un luogo di apprendimento, ma un laboratorio di umanità riconciliata, dove fede e ragione, cultura e spirito, si abbracciano per edificare la pace.
