Il 11 giugno 2025, a Bruxelles, Spagna, Regno Unito e Unione Europea hanno raggiunto un’intesa politica “storica” sulla futura relazione di Gibilterra con la UE post‑Brexit. Un accordo che, superando equivoci e narrazioni da talk show, rappresenta una pietra miliare pragmatica: non una resa simbolica, ma un riequilibrio funzionale. Vediamo i punti focali e le implicazioni geopolitiche.

1. La Verja cade, i confini permangono

La barriera fisica – la celebre Verja – verrà rimossa, segnando la fine dell’ultimo confine terrestre continentale in Europa tra Gibilterra e La Línea de la Concepción. Ma il confine non scompare del tutto: verrà ridefinito, invisibile ma presente, al porto e all’aeroporto, con controlli doppi in stile “Eurostar”: passaporti controllati da agenti spagnoli (per Schengen) e britannici (per Gibilterra)  . Una frontiera ridisegnata, non eliminata.

2. Schengen sì, unione doganale sì: ma con eccezioni

Gibilterra entra nella dimensione Schengen, con controlli Schengen gestiti dalla Spagna – a rappresentare l’area UE – mentre Gibilterra mantiene i suoi controlli interni . Soprattutto, viene avviata una unione doganale adattata, che elimina i controlli alle merci al confine terrestre, ma prevede la futura armonizzazione fiscale (tabacco, IVA) per evitare distorsioni economiche .

3. Rinforzo della cooperazione trasversale

L’intesa non si limita ai confini fisici: prevede strumenti concreti di cooperazione tra Spagna e Gibilterra in ambiti chiave come: visti, lavoro transfrontaliero (15.000 persone coinvolte), sicurezza sociale, giustizia, anti‑riciclaggio, ambiente e trasporti. È prevista anche una dotazione finanziaria per sostenere coesione, formazione e occupazione nella regione  .

4. Sovranità invariata, gestione condivisa

Tutti i protagonisti ribadiscono che il trattato non altera la sovranità del Regno Unito su Gibilterra né quella della Spagna sul territorio contiguo. Si tratta di un modello di gestione parcellizzata, non di condivisione politica o territoriale  . Un “non‑luogo” europeo in cui convivono normative differenti e competenze affiancate.

5. Opportunità e limiti

  • Svantaggio simbolico per Madrid: la rimozione della Verja era un traguardo simbolico, ma l’accordo ha smorzato quell’impatto, limitandosi a una gestione tecnica e funzionale.
  • Vittoria diplomatica per Gibilterra e Regno Unito: la Rocca ottiene stabilità economica e certezza post‑Brexit, mantenendo la sua sovranità e riducendo precarietà  .
  • Sovranità senza Stato: il modello evidenzia come l’UE sia disposta a costruire soluzioni flessibili per gestire enclave, ma lo fa con un’architettura sopra misura, fatta di eccezioni e compromessi ad hoc.

6. Una lezione europea per i territori ibridi

Questa intesa disegna un prototipo di frontiera «senza frontiera»: niente muri visibili, ma linee di separazione invisibili e strumenti di controllo ibridi. Dimostra la capacità dell’UE di modellare soluzioni tailor-made, ma anche i limiti: una compresenza di giurisdizioni che genera una zona di eccezione permanente, con un confine europeo che non è più lineare, ma stratificato.

L’accordo su “Gibilà” non sancisce la fine di una disputa storica, ma ne ridefinisce il perimetro: la frontiera diventa un non‑confine, la sovranità resta salda, e il confine si trasforma in un insieme di regole condivise, controlli doppi e spazi giuridici sovrapposti. È uno spartiacque: da muro a infrastruttura invisibile, in un’Europa in cui i confini si perdono ma non svaniscono mai del tutto.