Un vastissimo incendio ha devastato mercoledì il complesso residenziale Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po, a Hong Kong, causando almeno 13 vittime e un numero non ancora definito di persone disperse. Le fiamme hanno avvolto sette degli otto blocchi del complesso, un gruppo di grattacieli da 31 piani con oltre 2.000 appartamenti, abitati da circa 4.600 residenti.
Secondo i media locali, l’incendio è divampato alle 14.00 ora locale e, nonostante l’intervento immediato dei vigili del fuoco, si è propagato con una velocità impressionante, complice la presenza di impalcature in bambù utilizzate nei lavori di ristrutturazione in corso. A mezzanotte, dopo ore di lotta contro fiamme altissime e fumo denso, il rogo non era ancora totalmente sotto controllo.
Un complesso residenziale trasformato in trappola
Le immagini trasmesse dalle tv locali hanno mostrato colonne di fumo nero uscire dai piani alti e decine di abitanti in fuga lungo le scale e nei cortili interni. Un consigliere distrettuale, Mui Siu-fung, ha raccontato che le evacuazioni sono iniziate circa un’ora dopo lo scoppio dell’incendio: “Credo che il 95% dei residenti sia riuscito a lasciare gli edifici”, ha dichiarato, aggiungendo che uno dei blocchi è stato salvato dall’intervento tempestivo dei pompieri.
Tra le vittime c’è anche un vigile del fuoco, un sacrificio che mostra la difficoltà e la pericolosità delle operazioni. Almeno venti persone sono state portate negli ospedali della città, sei delle quali in condizioni critiche per ustioni e intossicazioni da fumo.
Temperature estreme e crolli: i pompieri lavorano in condizioni proibitive
Derek Armstrong Chan, vicedirettore dei vigili del fuoco, ha spiegato che l’interno degli edifici ha raggiunto temperature così elevate da rendere difficilissimo ogni tentativo di avanzare ai piani superiori. Le squadre hanno dovuto affrontare non solo il fuoco, ma anche la caduta di detriti e sezioni delle stesse impalcature che ricoprivano le facciate.
All’intervento stanno partecipando 128 autopompe, 57 ambulanze, oltre 760 vigili del fuoco e 400 agenti di polizia. L’oscurità sopraggiunta con la notte ha complicato ulteriormente le operazioni.
Allarmi antincendio non funzionanti: le denunce dei residenti
Le testimonianze raccolte dal South China Morning Post sollevano interrogativi inquietanti sulla sicurezza del complesso. Diversi abitanti hanno riferito che gli allarmi antincendio non si sono attivati all’inizio del rogo. “Se qualcuno stava dormendo, non aveva alcuna possibilità”, ha detto un uomo di 83 anni che vive nel complesso dal 1983.
Molti residenti sono stati avvertiti solo da una guardia di sicurezza che è salita da un piano all’altro bussando alle porte. Le autorità non hanno ancora confermato ufficialmente il malfunzionamento degli impianti, ma la questione rischia di diventare centrale nella futura inchiesta.
Condoglianze di Xi Jinping e riunione d’emergenza del governo di Hong Kong
Il presidente cinese Xi Jinping ha inviato un messaggio di cordoglio alle famiglie delle vittime e ha chiesto “uno sforzo totale” per limitare il numero dei morti e dei danni.
Il capo dell’esecutivo di Hong Kong, John Lee, ha convocato una riunione urgente del suo gabinetto e ha annunciato l’apertura di rifugi temporanei, nei quali sono state ospitate più di mille persone evacuate.
Hong Kong, una città vulnerabile: densità altissima e edifici ravvicinati
L’incendio ha riportato l’attenzione su un problema strutturale di Hong Kong: la densità abitativa tra le più alte al mondo e la presenza di migliaia di grattacieli molto vicini tra loro. Qualsiasi emergenza, in queste condizioni, diventa immediatamente un rischio collettivo.
Wang Fuk Court, costruito nei primi anni ’80 come alloggio sovvenzionato, ospita famiglie con appartamenti di 37-46 metri quadrati. Da anni, gli inquilini lamentano spazi insufficienti, problemi nell’evacuazione e impianti vecchi.
Il nodo delle impalcature in bambù: una tradizione sempre più contestata
Hong Kong è uno degli ultimi luoghi al mondo dove il bambù viene ancora utilizzato come struttura portante per impalcature. Una tradizione che resiste per agilità e costi ridotti, ma che negli ultimi anni è stata al centro di polemiche per motivi di sicurezza.
Nel marzo scorso, il governo aveva già annunciato un piano per ridurne l’uso e imporre strutture metalliche almeno nella metà dei cantieri pubblici. Il rogo di Wang Fuk Court potrebbe accelerare questa transizione: negli ultimi mesi, diversi incendi minori legati a impalcature di bambù hanno causato altre vittime.
Un incendio di livello massimo: non accadeva da 17 anni
L’emergenza è stata classificata come incendio di livello cinque, il più alto nella scala di Hong Kong. Un evento rarissimo: l’ultima volta accadde nel 2008, durante il rogo del celebre Cornwall Court a Mong Kok.
La classificazione riflette la rapidità senza precedenti con cui il fuoco si è propagato sulle superfici esterne dei palazzi e l’enorme sforzo richiesto ai soccorsi.
Indagini in corso: molte domande ancora senza risposta
Le autorità non hanno ancora indicato l’origine delle fiamme, ma i primi elementi suggeriscono una combinazione drammatica: impalcature facilmente infiammabili, allarmi forse non funzionanti, edifici ad alta densità e difficoltà nell’evacuazione.
Le associazioni dei diritti dei lavoratori, come quella guidata da Fay Siu Sin-man, chiedono un’inchiesta trasparente e completa: “Vogliamo sapere cosa è accaduto. E soprattutto, come evitare che succeda di nuovo”.
L’incendio di Tai Po non è solo una tragedia locale: è un campanello d’allarme per una metropoli che vive in verticale e che, ancora una volta, si scopre vulnerabile.
