Un boato, un sogno spezzato, una città che piange. Il Boeing 787 operato da Air India, in partenza da Ahmedabad verso Londra, si è schiantato pochi secondi dopo il decollo contro il dormitorio di un college medico. Un’esplosione di fuoco e distruzione, che ha portato via 241 passeggeri e membri dell’equipaggio e colpito tragicamente anche decine di persone a terra. Il bilancio finale: almeno 269 vittime .
Nel cuore della devastazione, però, una storia di speranza: Viswashkumar Ramesh, cittadino britannico di origine indiana e seduto in 11A, è sopravvissuto miracolosamente . Seduto vicino al portellone di emergenza, Ramesh ha visto il volo congelarsi in sospensione a mezz’aria, poi precipitare nel caos dei frammenti di fusoliera .
Tra il fumo e le lamiere spezzate, ha trovato un vuoto, un varco dove fuggire. “Non riesco a credere di essere vivo”, ha raccontato dal letto d’ospedale. “Ho visto morire persone intorno a me. Sono uscito, sono corso via”
Il volto delle vittime
Nell’aula di un dormitorio universitario, tra colazione e studi, si trovavano anche studenti di medicina, vittime dell’impatto. Tra loro tante giovani speranze spezzate. Molte famiglie attendono ancora di riconoscere i loro cari, devastate dal dolore e dalla speranza che si spegne ogni giorno .
Tra i deceduti figura anche Vijay Rupani, ex Primo Ministro del Gujarat, una figura stimata e simbolica per lo Stato.
Un solo sopravvissuto, un destino diviso
Ramesh, 40 anni, era in viaggio verso Londra con il fratello Ajay. Di lui, purtroppo, non ci sono notizie. Il silenzio che segue un miracolo può essere assordante .
Sanguinante e disorientato, è stato avvistato vicino alle macerie, in maglietta bianca e dolorante. Trasportato tempestivamente in ospedale, l’ha visitato il Primo Ministro Modi . Ma la sua salvezza, definita “extraordinaria” dagli esperti, solleva domande tremende: perché proprio lui? Qual è il filo invisibile che collega il dolore al miracolo?
Indagini e lutto pubblico
Le scatole nere sono state recuperate, e indagini India–USA sono in corso . Modi ha definito l’accaduto “infinita tragedia” e si è messo al servizio delle famiglie .
Nel Regno Unito, il governo ha inviato squadre di assistenza, tra i 53 cittadini britannici contati tra le vittime . Il “miracolo della poltrona 11A” ha toccato anche i media internazionali, tra sgomento e incredulità .
Oltre il dolore, una preghiera
Oggi Ahmedabad è un territorio di lutto. Ogni nome, ogni viso, racconta una storia interrotta. Ogni famiglia porta un vuoto che nessun volo potrà colmare. Ma nel cuore dell’unico sopravvissuto risiede la chiamata a sperare, a custodire memoria, a testimoniare.
La Dottrina sociale della Chiesa invita a guardare questi eventi non solo come cronaca, ma come richiamo alla nostra comune fragilità e dignità. Ogni vita spezzata chiede cura, verità, compassione. E anche Ramesh — sopravvissuto come in una narrazione biblica — porta con sé un messaggio: non basta raccontare la tragedia. Bisogna anche accendere una luce di umanità, di responsabilità, di amatissima memoria.