Il film che non è mai uscito e l’ombra lunga dell’inganno

Si infittisce il mistero del giallo di Villa Pamphili dove è stata ritrovato il corpino di una neonata, e quello della mamma poco lontano. Il presunto assassino è stato raggiunto e arrestato nell’isola di Skiathos dove era nascosto tra i turisti. In possesso di passaporto americano, il sospettato Rexal Ford, alias Francis Kaufmann, possiede tre diverse identità. Ora rifiuta l’estradizione in Italia, ma si è scoperto che nel nostro Paese ha goduto negli anni di ampie coperture di viaggi e soggiorni, specie in Sicilia, fino a un finanziamento cospicuo per un film mai finora realizzato. Si sospetta che dietro il personaggio e le morti misteriose di Amma e figlia ci sia dell’altro..

Il cinema come copertura

Nel lessico dei servizi segreti, “copertura culturale” è una delle più raffinate strategie operative. Apparentemente innocuo, il mondo del cinema — soprattutto quello indipendente, sperimentale, o finanziato con fondi pubblici — può diventare lo scenario perfetto per mimetizzare movimenti, relazioni, capitali e identità.

Nel caso Stelle della notte, tutto questo sembra emergere come in un classico schema da manuale operativo: un soggetto fittizio, un finanziamento cospicuo, un prodotto mai realizzato, un beneficiario con passaporto falso e un duplice omicidio alle spalle.

I fatti: 860.000 euro a Rexal Ford

Nel 2020, il Ministero dei Beni Culturali (MiBACT), allora guidato da Dario Franceschini nel governo Conte II, assegna un finanziamento pubblico di 860.000 euro a un progetto cinematografico intitolato Stelle della notte, prodotto dalla fantomatica società Luminous Dreamers Ltd., con sede legale a La Valletta (Malta) e uffici dichiarati a Roma. Il progetto rientra nel circuito del tax credit per il cinema, previsto dalla legge italiana a sostegno delle produzioni artistiche.

Il beneficiario principale? Rexal Ford, regista e sceneggiatore del film. Solo che Rexal Ford non esiste, o meglio, è il falso nome di Francis Kaufmann, arrestato a giugno 2025 per l’omicidio di Anastasia Trofimova e della figlia Andromeda.

Il film che non c’è: nessun set, nessun girato, nessun team

Il progetto Stelle della notte, secondo i documenti ministeriali, sarebbe dovuto essere un film di genere drammatico/esistenziale ambientato in Europa orientale, con riferimenti alla migrazione clandestina, alla guerra e ai sogni infranti dei giovani. Una descrizione generica e accattivante, perfetta per attirare l’attenzione del circuito festivaliero e ottenere fondi pubblici.

Ma a oggi:

  • nessun attore è stato effettivamente scritturato;
  • nessun permesso di ripresa è stato mai richiesto né in Italia né a Malta;
  • nessuna sceneggiatura è depositata alla SIAE;
  • nessuna copia lavorata (raw footage) è mai stata caricata sul portale Cinecittà–Ministero.

Le uniche prove dell’esistenza del film sono:

  • una locandina amatoriale in stile anni ’90, pubblicata sul profilo Facebook di “Matteo Capozzi”, terza identità di Kaufmann;
  • un trailer di 40 secondi senza audio, composto da immagini stock e inquadrature generiche, mai sottoposto ad alcun festival.

Il sospetto: una copertura finanziaria e logistica

A cosa serviva, allora, il finanziamento?

Tre ipotesi sono al vaglio degli investigatori italiani, coadiuvati da FBI e unità anti-frode di Europol:

  1. Riciclaggio: i fondi del tax credit potrebbero essere stati destinati a operazioni finanziarie opache tra Italia e Malta. Il conto corrente della Luminous Dreamers risulta chiuso nel 2021. Nessun bilancio è stato depositato.
  2. Appoggio operativo: i soldi potrebbero aver finanziato movimenti logistici, ospitalità in località sensibili (es. Roma, Palermo, Siracusa, La Valletta), e mantenimento di più identità fittizie.
  3. Copertura personale: come già accaduto in altri contesti (vedi il caso “Mitrokhin-Mosfilm”), l’attività cinematografica può essere un pretesto per ottenere residenza, visti multipli, e reti relazionali internazionali.Infatti, tra i firmatari del progetto compare anche una cittadina russa mai identificata, forse legata ad Anastasia.

Il legame con la morte di Anastasia e Andromeda

Il finanziamento del film Stelle della notte sembra essere l’innesco di una catena oscura. L’ingresso in Italia di Kaufmann/Ford nel 2024, dopo la chiusura delle sue attività a Malta, coincide con la presenza al suo fianco di Anastasia Trofimova e della piccola Andromeda. Le tre identità (Rexal, Capozzi, Kaufmann) si sovrappongono in quei mesi, e il film, mai girato, diventa l’ombrello protettivo sotto cui si muovono.

Il delitto potrebbe essere frutto di un’esplosione violenta, ma la sequenza di coperture, spostamenti, silenzi e documenti falsi indica un livello organizzativo incompatibile con il semplice squilibrato. Anastasia, infatti, parlava inglese fluentemente, era in contatto con la madre residente a Omsk (città-satellite dei servizi russi) e probabilmente sapeva molte più cose di quelle che mostrava. La loro presenza a Roma nei giorni precedenti il delitto resta, ancora oggi, senza una localizzazione precisa. Nessun albergo, nessuna casa intestata, nessuna segnalazione.

Il nodo politico: chi ha firmato, chi ha controllato?

Una domanda cruciale: chi ha approvato i fondi a un soggetto inesistente?

Il sistema del tax credit prevede controlli incrociati da:

  • Direzione Generale Cinema (MiBACT)
  • Agenzia delle Entrate
  • Cinecittà Holding

Se uno solo di questi controlli fosse stato applicato correttamente, Rexal Ford non avrebbe potuto ricevere neanche un euro. Invece, ha avuto 860.000. Non solo: la cifra è stata erogata anche dopo la pandemia, in piena fase di tagli e razionalizzazioni. Qualcuno sapeva? Qualcuno ha firmato per “motivi politici”?

Anche in Parlamento si inizia a parlare del caso: interrogazioni parlamentari sono già state annunciate da esponenti di maggioranza e opposizione.

Conclusione provvisoria

Stelle della notte non è solo un film che non esiste.

È un dispositivo narrativo, finanziario e forse operativo.

Un contenitore opaco, perfetto per mimetizzare presenze e movimenti.

Un classico esempio — tutto italiano, ma con radici globali — di come la cultura possa diventare un alibi e un’arma.

E in fondo, come recitava uno degli slogan promozionali del film — oggi suona quasi beffardo:

“Nelle notti senza stelle, ci si affida a ciò che non si vede.”